È notizia di questi giorni che presso i bar e le mense aziendali All food non è più possibile ricaricare la carta prepagata, perché dal 20 gennaio 2024 (o giù di lì) non è chiaro se i servizi in tema continueranno ad essere erogati dalla medesima società.
È noto che tra All food e TIM sia in corso un’interlocuzione (ad onor del vero, abbastanza spigolosa) circa il prosieguo del contratto di appalto – che desta comprensibile preoccupazione tra le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi, il cui futuro professionale è incerto.
A tutti loro la nostra piena e incondizionata solidarietà.
Chiediamo a TIM di esprimersi sul futuro dei servizi aziendali di bar e mensa, auspicando una soluzione positiva per chi vi lavora e per chi ne fruisce, in ossequio al principio di responsabilità sociale d’impresa. Sapendo che si tratta di gestire un effetto involontario ma inevitabile del lavoro agile: tanti più sono i giorni lavorativi da potersi svolgere da remoto, tanto meno le sedi sono popolate, quindi i servizi meno utilizzati. A ciò si aggiunga che ci risulta che TIM finora non abbia comunicato al gestore le presenze pianificate in sede.
A questo proposito, siamo a chiedere eventuali aggiornamenti circa possibili, ulteriori Piani Spazi.
Cogliamo l’occasione per ribadire una volta di più la contrarietà al Piano industriale DISTRUTTORE di TIM, di separazione della Rete dai Servizi.
La vertenza sindacale continua: tutta questa vicenda è resa ulteriormente più preoccupante dall’assenza di strumenti di gestione del delicato momento che attraversa l’azienda. A dicembre 2023 sono cessati di esistere il contratto di espansione e gli altri strumenti di politica attiva per gestire le uscite e la riprofessionalizzazione in modo non traumatico. Da gennaio 2024 rimangono solo strumenti “conservativi” che si utilizzano a fronte dell’apertura delle procedure di licenziamento. Il Fondo di Solidarietà di Settore appena costituito ha bisogno di un iniziale intervento pubblico per essere da subito operativo per gestire una situazione tanto eccezionale quanto annunciata e denunciata da questa O.S. da anni.
In assenza di piani alternativi e dinanzi alla chiara scelta del Governo, chi ha autorizzato questa operazione deve assumersi le proprie responsabilità di fronte ai lavoratori e di fronte al Paese, ad iniziare dai piani industriali delle due realtà: quali garanzie per l’occupazione? Quali progetti di sviluppo infrastrutturale per il Paese? Del resto giova ricordare a tutti come ricorrente sia stata l’affermazione delle istituzioni, a partire dalla Presidente del Consiglio, come in assenza di precise ed esigibili garanzie non si sarebbe esitato ad utilizzare lo strumento del Golden power per bloccare tutto.
È tempo di mettere in campo tutte le iniziative che riterremo più opportune affinché finalmente venga convocato il tavolo governativo. Qui c’è in gioco l’occupazione di migliaia di persone e lo sviluppo infrastrutturale del Paese.