Novembre 21, 2024

Un segnale di forte preoccupazione ci arriva dai lavoratori Tecnici On Field degli impianti di Alimentazione e Condizionamento (TOF/AC).
Con il nuovo Contratto di Manutenzione che è andato a sostituire il precedente scaduto a marzo 2023, ed il conseguente cambio di impresa che ne ha preso l’appalto, alcune Centrali che precedentemente risultavano essere inserite nella classificazione S3* sono state elevate alla classe strategica S2 benché gli impianti di Alimentazione e Condizionamento insistenti su dette Centrali siano rimasti i medesimi. Per chiarezza di ragionamento si specifica che gli impianti più grandi sono quelli in classe strategica L1, S1 e S2 per le cui manutenzioni sono necessarie anche particolari certificazioni.
Attualmente l’organizzazione di TIM prevede che per le Centrali in classe strategica S3 e S3* la manutenzione degli impianti di Alimentazione e Condizionamento sia riservata a MOS (Mano d’Opera Sociale), quindi a personale interno – nello specifico i TOF/AC -, mentre per quelle in classe S2, S1 e L1 a MOI (Mano d’Opera d’Impresa) e dunque il cambio di classe strategica delle Centrali in classe S3* a classe S2 ha rappresentato nei fatti un’esternalizzazione di attività non giustificata da una mole di lavoro ingestibile con le sole risorse interne tanto che i colleghi TOF/AC lamentano in modo sempre più insistente un allarmante calo delle attività a loro riservate.
A questo si aggiunga che il livello qualitativo della manutenzione svolta da queste ditte appaltatrici, vuoi per un appalto fatto probabilmente a ribasso nelle ore da dedicare a queste manutenzioni, vuoi per essersi intitolate una quantità di impianti che probabilmente non riescono a gestire o chissà per quali altre ragioni, è alquanto discutibile e questo lo riescono a constatare gli stessi TOF/AC quando sono costretti ad intervenire sulle emergenze di quegli impianti – che giova ricordarlo servono sia gli apparati dell’attuale TIM quanto quelli OLO – che forse, con un’adeguata manutenzione, si sarebbero potute e dovute evitare.
A questo punto ci domandiamo: questi sono i presupposti per la nascita del nuovo soggetto (la cosiddetta NetCo) che dovrebbe gestire la (forse) totalità della Rete d’Accesso Nazionale? Le buone intenzioni di internalizzazione di attività annunciate più volte e su più tavoli da quest’Azienda (internalizzazioni che, non lo dimentichiamo, rappresenterebbero anch’esse un valido strumento per il contenimento del costo del lavoro) si sono infrante davanti all’incapacità di realizzare un appalto confacente alle esigenze dell’Azienda?
A queste domande chiediamo risposta a questa Azienda per poter chiarire che futuro devono immaginare davanti a loro i lavoratori di questo reparto che tecnicamente garantisce che tutti gli apparati, tanto NetCo quanto ServCo, possano continuare ad erogare normalmente il loro servizio.

Roma, 13 marzo 2024

Segreteria Slc-CGIL di Roma e Lazio

RSU TIM

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